lunedì 6 agosto 2007

La Cosa da un altro mondo

La Cosa da un altro mondo (1951 , regia Christian Nyby, Howard Hawks)



C’è chi dice che la presenza di Hawks, all’interno di questo piccolo gioiellino fantascientifico anni ’50, sia stata maggiore di quanto si creda, ma al di là di ogni influenza registica, il fascino di questo film, nonostante una marcata ingenuità di base, va ben oltre il semplice nome da manifesto.
Lo spettacolo a cui assistiamo, durante la sua visione, è quello di un cinema d’altri tempi (e non è un concetto così ovvio come potrebbe sembrare), pieno zeppo di canoni recitativi che, al giorno d’oggi, risulterebbero alquanto ridicoli, ma che nel contesto assumono un carisma degno del massimo rispetto.
Guardando la creatura aliena, la “Cosa”, che dà il titolo al film, il pensiero vola diretto ala capacità che hanno avuto gli anni ’50 (ma anche quel ventennio precedente che ha caratterizzato la cinematografia americana, un’epoca d’oro) di creare paura nello spettatore e le “poche pretese” che tale pubblico aveva nei confronti di un cinema già adulto, ma fondamentalmente giovane.
Tali storie hanno lasciato un segno indelebile, influenzando future generazioni di registi (non a caso nel 1982, John Carpenter ne girerà un bellissimo remake, eliminando figure femminili e trasformando l’essere da “umanoide vegetale” a creatura mutante, orchestrando un superbo gioco dei sospetti).
Oggi si ride, di fronte ad un “omone” così malamente truccato e talmente legnoso nei movimenti da risultare totalmente artefatto. Si trova incoerente una recitazione così enfatizzata, intervallata da lunghe pause e così fiera e orgogliosa nella sua raffigurazione.
Si pensa a come sia scontata la rappresentazione di una scienza, interessata esclusivamente al concetto di progresso e poco propensa all’umana razionalità e al comune istinto di difesa.
Ma poco importa.
Perché cinquant'anni fa concetti simili, benché banali, sono riusciti a terrorizzare le platee delle affollate sale cinematografiche americane (e non solo) e il loro fascino è sopravvissuto nel tempo.
Oggi, coscienti che il cinema ha come obbligo quello di “offrire di più”, aiutati dai mille usi che la tecnologia può offrire e desensibilizzati allo stupore, sforniamo opere che al massimo durano qualche mese (con le dovute eccezioni).
E continuiamo ad ammirare i classici del passato.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Spesso, anche se anacronistici, preferisco gli originali ai remake di questo genere di film. Trovo che si riesca a cogliere molto meglio l'idea di base, epurata da orpelli inutili!

FiliÞþØ ha detto...

Anch'io sono del tuo parere, ma se non l'hai mai visto, ti consiglio di vedere quello di Carpenter...tralasciando il fatto che è un regista che adoro...il suo remake è dignitoso, non fa rimpiangere il passato e non lo offusca...

Anonimo ha detto...

Questo Hawks mi manca! Sic! :(

FiliÞþØ ha detto...

non è un hawks al 100%...ma se ti piace la sci-fi anni '50 è un piccolo cult...

Deneil ha detto...

aaaaaaaaaahhh!l' hai fatta tu!l' avrei fatta anch' io a breve..ma la farò lo stesso..c' è sempre qualcosa da dire su di un film..comunque davvero ben fatto!

FiliÞþØ ha detto...

ma allora stiamo facendo lo stesso percorso cinematografico...;)
Aspetto la tua rece...

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